Critica
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GIO’ BATTIPAGLIA
Brillante si presenta la carriera artistica di Giò Battipaglia: originaria della Puglia, dal 1990 residente a Firenze, laureata in Scienze e Tecniche psicologiche - cliniche, conduce Laboratori di Arte-Terapia e ceramica nell’Atelier d’Arte in via dei Serragli 91r. Nella veste di Pittrice affermata - socia del Gruppo fiorentino “Allegri Art” e della Società di Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante”- ha riscosso, in oltre trent’anni di attività, significativi riconoscimenti della Critica, con partecipazione a prestigiose Fiere e Collettive di rilievo, allestimenti di Personali in Italia e all’Estero. La sua originale produzione artistica offre studiate Figurazioni onirico-surreali che danno risalto alle pulsioni corporee della condizione umana, animata dalle conflittualità razionali ed emozionali nell’interazione psichica tra conscio ed inconscio. Le nudità solitarie si trasformano in paradigmatiche “icone multisensoriali” nelle trame dell’esistere, facendo emergere la sfida dei rimandi etici negli andamenti relazionali ed affettivi. Sacralità e Laicità del vivere nell’avvicendarsi di paure, inquietudini e rinascite si confrontano nella tensione tra Bene e Male, accolta dall’incarnazione di “Un diavolo innamorato” ( opera realizzata in data… ): eccentrico logo scelto dall’artista nel concepire l’Arte quale liberazione espressiva, Eratoterapia, per favorire la consapevolezza interiore delle vibrazioni dell’anima. La tecnica mista su tela, dagli intensi e vividi cromatismi nell’ordito disegnativo con pennellate ora puntuali ora materiche, ci fa apprezzare l’interesse per la Figura umana al centro della poetica esecutiva, veridica e trasognata al contempo, pervasa dal fascino ammaliatore del colore, velature dorate e filamenti attorcigliati, nelle rifrangenze simbolico-mitiche e magiche dei recessi interiori per sostenere la genesi creativa, quale passione ed atto cognitivo identitario. Un intento metaforico con accenti espressionistici domina la scelta dei soggetti che consolida la citazione di Lacan di “non cedere sul proprio desiderio” quale dovere etico per fare amicizia con i nostri travagli interiori, perché come afferma lo psicanalista e saggista Massimo Recalcati, in un’epoca votata alla robotizzazione, “elogiare l’inconscio” è una prassi di salutare resistenza in cui si manifesta l’irriducibile singolarità di ciascun individuo. Il primato della coscienza nella discesa all’interno del se’, le estroflessioni dei vissuti veicolati in pungenti e talora ironici autoritratti, la sensualità delle positure corporee dominate dagli interrogativi esistenziali sull’Oltre, inscenano flessibili movenze nella sottomissione agli istinti - ribellione, inquietudine, rabbia - nell’alternanza di echi spirituali a vitalità energetiche. Nei cicli pittorici realizzati si compie un’originale resa stilistica che eleva “l’Eterno Femminino”, nella materia cosmica alla P. Teilhard de Chardin, verso uno straniamento lirico nella sospensione spazio-temporale secondo l’aura della psiche primigenia di cui evocativi sono i titoli ancestrali di alcune opere tra cui: “Defraudamento dell’anima”; “La terrificante perseveranza del disinganno”; “Vita in bianco e nero e sangue dorato”, per onorare il ruolo universale della coscienza, tra precarietà e sublimazione dei valori, nelle risonanze del versi lirici della stessa artista tratti dalla Silloge “A modo mio”: “Questo sangue pulsa / inebriandosi / della mia foga, / questo cuore ulula / con bestiale strepito / quest’anima / si tuffa intrepida / nel fulgore / della mia esistenza / e vivo…” ( Lirica: Ancora vivo)
SILVIA RANZI
Tiziana Sante e Monica Marchese
"Linee decise e spigolose - aggiunge il critico
d'arte
Floriana Villano -: un
caleidoscopio di colori intensi, brillanti, solo a tratti scuri, ma
interrotti da un particolare in bianco e nero a sottolineare il
contrasto, la contraddizione di sensazioni forti e vibranti.
Sentimenti umani affidati a figure demoniache, avvolte da un
intrigante velo di sensualità, umanizzate da atteggiamenti
malinconici, riflessivi. L'impatto visivo è scioccante e travolge
l'osservatore
La pittura
di Gio ha una caratteristica che è
propria dei grandi artisti. I dipinti prima si lasciano
guardare quasi con distacco, intuendone subito anche una semplice
spiegazione, in genere falsa o sbagliata... poi gli stessi dipinti
si lasciano guardare evidenziando significati molto più profondi,
quali sono, simboli misteriosi di un
legame affettivo, la nevrosi opprimente di oggi, la velata speranza di un futuro
migliore, l’appagamento della vita dei sensi, il perdono, le sconfitte, i
disagi, rinuncie,le gioie, insomma la vita. Carlo Gatti
I lavori di Giovanna Battipaglia impressionano
per la loro carica
implosiva. Alba Visconti
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e-mail
: giobattipaglia21@gmail.com |